La prima mostra provinciale. Pisa, aprile 1930
1 Mostra di Arte
Pisa, Aprile 1930 – VIII
A cura del Sindacato Artisti
Comitato Provinciale della Confederazione professionisti ed artisti
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COMITATO D’ONORE
PRESIDENTE: DOMENICO SOPRANO, Prefetto della Provincia di Pisa
GUIDO GUIDI BUFFARINI, Podestà di Pisa
PIERO CUPELLO, Segretario della Federazione Provinciale del Partito Nazionale Fascista
GIACOMO DI GIACOMO, Presidente Confederazione Nazionale Professionisti ed Artisti
CIPRIANO EFISIO OPPO, Segretario Nazionale del Sindacato Artisti
GABRIELE PARESCE, Ispettore per la Toscana della Confederazione Nazionale Sindacati Professionisti ed Artisti
ANTONIO MARAINI, PLINIO NOMELLINI
COMITATO ESECUTIVO
RANIERI FIASCHI, Presidente del Comitato Provinciale della Confederazione Professionisti Artisti
DE BACCI VENUTI, Fiduciario della Sezione Pisana del Sindacato Artisti
PIERO BERGONZI, Segretario dell’Unione Industriali e dell’Artigianato
GIULIO BUONCRISTIANI, FORTUNATO CINI, ALBERTO NICCOLAI, ALVARO PINELLI, FEDERIGO SEVERINI,
FRANCESCO TELLINI, ORESTE ZOCCHI
Ufficio di Segreteria presso la Mostra
DE BACCI VENUTI, Ispettore;FRANCESCO TELLINI, Cassiere
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COMITATO PROVINCIALE PROFESSIONISTI ED ARTISTI
Sala Ufficio Fiumi e Fossi, Pisa, 27 Marzo 1930.
La Commissione per l’aggiudicazione del premio del Concorso bandito dal Comitato Provinciale delle Confederazioni Professionisti ed Artisti, per il Cartello della Mostra d’Arte Provinciale, composta dei Signori:
NOMELLINI PLINIO, pittore; FIASCHI RANIERI, ingegnere; GARDELLI AUGUSTO, pittore
si è riunita la sera del 27 marzo 1930 alle ore 19, e dopo un attento esame dei bozzetti presentati, considerato che il Concorso, non solo come quantità numerica, ma anche per la eccellenza della maggior parte dei progetti presentati corrisponde pienamente ai fini dell’arte ed agli scopi prefissi dal bando di concorso, esprime unanimemente il proprio compiacimento verso tutti gli artisti concorrenti che si sono dimostrati consci delle gloriose tradizioni di Pisa e, tenuto conto dei criteri per i quali il concorsi è stato bandito, stabilisce di aggiudicare il I Premio al progetto distinto col motto “Scuola d’Arte n. 5„ di cui è risultato autore il Signor DANTE MOROZZI.
La Commissione suggerisce inoltre al Comitato di utilizzare eventualmente a scopo di richiamo, sia come cartolina, o come copertina di catalogo, il progetto distinti col motto «Orate Fratres» del quale sono risultati autori i signori: R. GEMIGNANI – B. SANTOCHI.
La Commissione di compiace pure di segnalare a titolo di merito i seguenti progetti:
Motto: Eja 4 (*)
» Luna
» Aspirazione
» Pisana Civitas
» Italia.
(*) I nomi corrispondenti rispettivamente ai motti suddetti sono quelli di Eugenio Sementa; Prof. D. Salvestrini; Giovanni Acquaviva; Severini Federigo e Giulio Buoncristiani; Guido Cerri.
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SULLA TRADIZIONE ARTISTICA IN PISA
Una esposizione d’arte a Pisa non può sorprendere alcuno quando si pensi che la Città, per chi la visiti con devozione e fornito di quella elementare cultura necessaria a comprendere ed amare il bello, è di per se stessa una visione di bellezza che ha caratteristiche proprie, tutte le grazia toscana, fresca e pura come una primavera in fiore. Nella sua regione Pisa contende a Firenze, cronologicamente parlando, il primato nel campo dell’arte e fors’anche, come qualche nobile studioso va affermando, della letteratura; e, attraverso tempi ed eventi, ha costituito sempre un focolaio di attività, donde liberalmente è partita la scintilla animatrice per tutta la penisola. Dal sec. XI, quando Buscheto iniziava la Cattedrale, cui più tardi lavorava Rainaldo; e fiorivano S. Sisto, S. Piero a Grado, S. Frediano, S. Paolo a Ripa d’Arno, S. Pierino, S. Andrea Fuori Porta e per la lucchesia e il pistoiese si diffondevano i motivi della sua arte, e più tardi Giovanni di Simone ideava il bel S. Francesco e l’urna quadrilunga del Camposanto; e Maestro Gerardo e Bonanno, il celeberrimo fonditore delle porte del Duomo pisano e di quelle di Monreale, che sterpò la via a Bartolomeo e Loteringio, legavano il loro nome alla Torre pendente; e Gruamonte, Adeodato e Biduino andavano ricercando tra i frammenti, le urne e i sarcofagi dell’età classica, la prima ispirazione all’arte loro; e Diotisalvi gettava le fondamenta del S. Giovanni e Maestro Guglielmo scolpiva il vecchio pergamo e Maestro Lupo ideava Santa Maria della Spina, e fra Guglielmo, il S. Michele di Borgo, dopo il divino fiorire di Nicola e Giovanni, iniziatori del grande rinascimento dell’arte italiana; dai bei tempi infine della libertà comunale al periodo di servitù fiorentina e poi a quello toscano, fino al ricongiungimento alla patria comune, Pisa ha saputo mantenere la gloria di una tradizione ch’è stata la sua forza e il suo orgoglio. Non si deve dimenticare che accanto alla architettura religiosa, chiesastica, Pisa ha creato una sua architettura civile di cui le vie anche secondarie offrono splendidi esempi e della quale i Palazzi dei Gambacorta sono testimonianza meravigliosa. E mentre la scuola di Niccola e Giovanni si diffondeva e si affermava ovunque col suggello della sua potenza, e l’arte scultoria che aveva gioito nel pulpito di Siena e di Pisa e poi in quello di Pistoia, nella fontana del Perugia e nelle Madonne piene di vita attestava la potenza del genio creatore, Andrea iniziava la corrente fiorentineggiante e Tommaso e Nino creavano, l’uno la pala del S. Francesco; l’altro le Madonne della Spina, soavi e pur piene di vita e di nobiltà, e le Annunciazioni marmoree e lignee, di che si adornano S. Caterina e il Museo. Nel lontano sec. XVI, Antonio e Isaia da Pisa, a Padova ed a Roma, durante il periodo della servitù fiorentina, mantenevano ancora al nome della loro città onore e decoro. – In un cenno di attualità come questo ci piace ricordare come ai giorni nostri l’arte scultoria nella terra nostra sia nobilmente rappresentata dal Griselli autore di pregiate opere a Roma e a Milano.
Anche nella pittura Pisa rappresenta un punto di partenza. Il suo Museo che per la raccolta dei primitivi è paragonato dal Salmi solo a quelli di Vich e di Barcellona, ne è testimonianza superba. Per opera di Giunta il Crocifisso dalla faccia lieta anche nella morte, adorno di storiette, si trasforma nel Cristo sofferente, sfinito, smunto, dalla testa piegata come in un primo sforzo di raggiungere effetti di scorcio, mai per l’avanti tentati. Quando frate Elia vuole adornare la sacra Chiesa di Assisi, vi chiama Giunta pisano come il pittore di maggior fama del tempo. Del suo secolo sono ancora Enrico e Ugolino di Tedice e Ranieri. Sul cadere del sec. XIV Pisa vanta Giovanni di Niccola, della maniera di Simone Martini, Bindo di Giucco e ancora Nello di Vanni, Neri di Nello, Iacopo di Michele detto il Gera, Cecco di Pietro, Getto di Iacopo, Bernando di Nello Falconi; ma sopra tutti volta com’aquila Francesco Traini, di cui oggi van rivelandosi la potenza e il genio meraviglioso attraverso le attribuzioni che a lui si fanno dei grandi affreschi della Passione di Cristo, del Trionfo della Morte e del Giudizio, in Camposanto, del S. Tommaso di S. Caterina, del S. Domenico nel Museo, del S. Michele nella Chiesa di Crespina, attraverso i quali egli si rivela il pittore più potente e più espressivo che la nostra terra abbia dato.
Tra il sec. XIII e il sec. XIV dobbiamo ancora ricordare Turino Vanni e Battista di Gerio. Con essi sembra estinguersi la polla pisana della pittura. Se non che tra il sec. XVI e il XVII sorgono Bacio e Aurelio Lomi che si perfezionò attraversò la pittura veneta, e Orazio Lomi Gentileschi, ottimo caravaggesco, a rinfrescare la vena; e più tardi, Artemisia Lomi, figlia dello stesso Orazio. Accanto ad essi non si possono dimenticare Orazio Riminaldi, l’affrescatore della Cupola del Duomo, il fratello Girolamo, Arcangela Paladini, G.B. Vanni, Ercole Bazzicaluva, Giovanni del Sordo detto il Mone, Pietro Ciafferi detto lo Smargiasso, Francesco Montelatici, Ranieri Paci, e nel sec. XVIII, Francesco e Giuseppe Melani, di cui ci limiteremo a citare la bella volta di S. Matteo, e Giovan Battista Tempesti.
Nel Secolo XIX è da ricordarsi Guglielmo Botti, il restauratore dell’arco dipinto da Taddeo Gaddi in San Francesco, rinnovatore del processo di dipingere a fuoco sul vetro, che sembrava ormai perduto. Ma la tradizione pittorica in Pisa non si arresta; giunge fino ai giorni nostri con Francesco e Luigi Gioli, con Amedeo Lori che si ricollegano, per la luminosità delle loro tele, per la visione dei paesaggi cogniti al nostro cuore, per la evidenza e sapienza del colore e la semplicità della tecnica, alla nobile scuole toscana; ma che, sopratutto compongono la sinfonia cromatica che più e meglio esalta la bellezza del nostro paesaggio pisano.
I Gioli provengono dalla bella schiera dei macchiaioli: Lega, Fattorini, Signorini, Cannicci, Cecconi, Ferroni.
Di Francesco Gioli, grande amico di G.Fattori, ricordiamo «Passa il viatico” in piena campagna toscana, ombreggiata da gattici fruscianti, «La signora affacciata al balcone», «La Processione in Piazza del Duomo» e certe scene pisane in cui l’evidenza del colore locale si rivela con spontaneità sorprendente. Luigi è il pittore dei cavalli, della piana delle nostre colline pisane; caro e dolce poeta della nostra terra meravigliosa; Luigi Amedeo Lori è il cantore di Bocca d’Arno. Pochi, come lui, hanno saputo rendere il paesaggio della Foce d’Arno, delle sue macchie, dei monti che lo incorniciano, e fermarne quella dolce malinconia che lo inghirlanda e lo rende suggestivo.
Odoardo Borrani, pur dei macchiaioli, si distingue dai compagni, come osserva di Lloyd, per la finezza del dettaglio che non offende né sminuisce l’effetto della interezza del quadro. Il Lloyd lo chiama «il fiammingo dei macchiaioli». Buon impressionista è anche Umberto Vittorini che sente la bellezza della città nostra che lo avvince ed ammalia. Né possiamo dimenticare, pure in un cenno rapido come questo, i nomi di Spartaco Carlini e di Ferruccio Pizzanelli, né non accennare alla crescente attività della Scuola d’arte di Cascina che ha valorosi maestri e ove vanno formandosi allievi che danno speranze di lieto avvenire.
Ci piace infine ricordare come anche certe arti minori che ebbero nel passato in Pisa il loro focolaio, rivivano ai giorni nostri per opera di oscuri intelligenti lavoratori: così l’oreficeria e l’arte della maiolica che ebbero tra noi cultori tanto valenti che, come scrive il Salmi, la loro influenza si sparse ovunque, fin nella Spagna, ove la maiolica aveva avuto, per evidenti ragioni storiche e geografiche, ampio svolgimento: Taddeo di Piero di Pone esegue per il Duomo di Valenza un «retablo» d’argento; Francesco Nicoluso, che si dichiara pisano, compone nella cappella dell’Alcazar una pala di «azuleios». Oggi in Pisa l’arte della maiolica rivive quasi per una necessità storica, come di obbedienza ad una tradizione che non può morire.
Abbiamo tracciato uno scheletrico riassunto delle ragioni storiche e sentimentali che dimostrano a sufficienza come Pisa possa e debba divenir centro di mostre annuali d’arte. Ma la dimostrazione più certa e più bella la dà la rispondenza che l'invito della Presidenza del Comitato Provinciale della Confederazione Professionisti ed Artisti, ha avuto tra i nostri artisti. Una nuova primavera è sorta d’improvviso e rigogliosa e bella, segno di tempi rinnovati, di ringiovanimento della stirpe. L’esposizione si apre sotto lieti auspici e noi ci auguriamo che sia antesignana, attraverso gli anni, di una lunga e duratura serie di altre mostre di arte e di bellezza.
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Il Comitato Provinciale della Confederazione Professionisti ed Artisti si è fatto promotore di questa Mostra di pittura, scultura, artigianato, prima manifestazione d’Arte importante che avviene in Pisa dopo lunghi anni vissuti dalla città in silenzio, nella gelosa custodia dei suoi tesori incomparabili.
Il Sindacato Artisti si è sentito lusingato ed inorgoglito di questa speciale predilezione ed ha risposto in maniera insperabile. Il Concorso per il Cartello della Mostra stessa ha avuto un successo da meravigliare, tanto è stato il numero di concorrenti e l’espressione simpaticamente avanguardista, originale e vivace di alcuni soggetti. Ma il miracolo compiuto dalla nostra Organizzazione, sta in questo: la Confederazione Professionisti ed Artisti ha raccolto sotto i segni del Littorio la più ribelle categoria di artisti. Una volta non si poteva pensare ad un artista senza immaginarcelo solo, sdegnoso, ostile alla società. Così si credeva che l’artista non potesse essere tale senza questa speciale caratteristica, senza questo spirito di rivolta.
L’organizzazione sindacale porta invece l’artista a vivere più da vicino nella realtà della vita e della società e vuole assicurargli un sicuro avvenire. Le Casse mutue che si stanno istituendo danno questa certezza, le mostre che fioriscono da ogni parte permettono una più diffusa conoscenza delle opere, danno possibilità di guadagno ma sopratutto servono ad una salutare opera di selezione.
A poco a poco si sottrae l’artista dalla speculazione del commerciale avido, si dà all’artista una dignità e lo si porta a vivere profondamente la vita politica e culturale della Nazione.
L’azione valorosa dell’On. Oppo alla Camera dice l’importanza cui è assunta l’organizzazione sindacale nel campo dell’Arte.
Vogliamo perseverare tenacemente nel nostro lavoro, appena iniziato, sapendo di compiere opera profondamente morale e nazionale.
Dobbiamo esprimere la nostra gratitudine a Sua Eccellenza il Prefetto per l’aiuto dato alla riuscita di questa manifestazione e al Podestà On. Buffarini e al Segretario della Federazione Politica Ing. Cupello per il fraterno incoraggiamento.
Dobbiamo ricordare inoltre il Prof. De Bacci Venuti e l’Ing. Federigo Severini per l’opera Loro data alla perfetta organizzazione.
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La Mostra
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SALA PRIMA
Conti Alfredo
Gli alzaioli
Natura morta
Garofani rossi
Tombolo – Lama dei cavalli
Casa di torretta
Il cavo
Bilance a bocca d’Arno
Dal fosso di colmata
Luci sull’Arno
Autoritratto – bozzetto di monumento ai Caduti (scultura)
Gambassi Vincenzo
Tramonto (pastello)
Nevicata (olio)
La mucca “
Solitudine “
Il mio paese “
Ricordi medioevali (acquarello)
Cipressi
Mattino (olio)
Gentilini Nello
Strada di Condotti – Paesaggio Pisano (tela)
Pioppi (su tavoletta)
Casa campestre “
Pagliai “
Pastorale “
Ora di riposo “
Verso Pisa “
Piccolo paesaggio “
Profilo di cieca (tela)
Piazza della Berlina – Notturno (su tavoletta)
Padule di Asciano “
Paesaggio – Bianco e nero
Paesaggio – Bianco e nero
Sole invernale (su tavoletta)
Pianura Pisana “
Novi Ivo
Mattino
Il ponte
Mulinetto
Cucina rustica
La casa rossa
Cortile rustico
Pertici Menotti
Studio di giovane donna (pastello)
Studio di testa virile “
Studio di paese “
Pifferaro (tempera)
Fiori (pastello)
Paese del Valdarno (su tela).
Pizzanelli Ferruccio
Mattino sull’Arno
Primavera nel chiostro
Albero in fiore
Le piaggie
Pizzarello Salvatore
Notturno in Oriente (olio)
Processione (pastello)
Vicolo (olio)
Salvestrini Decio
Nevicata – Via della Fortezza (olio)
Fiori, cinerarie “
Mucche a riposo – I “
Mucche a riposo – II “
Mucche a riposo – III “
Mucche a riposo – IV “
Non si addormenta “
Tramonto al Giardino Scotto “
Interno S. Francesco (Pisa – acquarello).
…….In fiore
I pettirossi – (studio)
Alla spiaggia – (impressione)
Il tempo minaccia
In pineta – (impressione)
Le rose
Pagliai
Scomparin Cesare
Tramonto sul porto
Ultime luci
Natura morta
Natura morta
Natura morta
Marina
Cielo rosso
Laguna
Chiaro di luna
Bilancia
Sementa Eugenio
Mattino
Maremma toscana (paesaggio)
L’ora del pranzo
Tramonto (paesaggio)
Cipressi
Portico (paesaggio)
Sull’Arno “
Meriggio “
Vento “
Sirletti Augusto
Natura Morta
Paesaggio
Vittorini UmbertoAia toscana
Lungo l’Arno a Pisa
Bosco a Marina di Pisa
Bosco al Tramonto
Stradina ombrosa – Campagna lombarda
Sera sul Lago d’Iseo
Mare di scirocco a Nervi
Capanne da pesca a Marina di Pisa
Casa colonica al limite del bosco
Pineta al tramonto
Veduta di Sturla
Ponte sul canale dei Navicelli (Pisa)
Viviani Giuseppe
Marinaio (olio)
Bocca d’Arno “
Pagliaio “
Neve “
Lavoranti sul mare “
Casolare “
Casolare “
Paesaggio “
Paesaggio “
Paesaggio “
SALA SECONDA
Acquaviva Giovanni
L’arciere
Gondole
L’aquilone
Pesca miracolosa
Platano
Paesaggio
Ritratto N. 1
“ N. 2
Cerri Guido
Nudo
Stornellata a sera
Studioso
Vecchio mercato
A veglia
Meriggio
Notturno
Casa abbandonata
Dell’Acqua Alberto
Tramonto sulla Grigna
Fondo di Valle
Le due betulle
S. Rossore – Nevicata
Lago di Lecco
Marina I
Marina II
Marina III
Nevicata lungo l’Arno
Valle Ticino
Viale ombreggiato
Pecore
Tramonto a S. Rossore
La betulla
S. Rossore – Fiume morto
Casa rustica
Tramonto nella macchia
Nella macchia. – Viale
Nella macchia. Acquitrini
Cipressi
SALA TERZA
Chiaramonti Giovanni
Nostalgie del mare
Alla prima messa
Chiesa di S. Francesco – Interno (Pisa
Tramonto (Museo – Pisa)
Sulla sera
Pagliai
Interno della Chiesa di S.Matteo (Pisa)
Il sole dopo la nevicata
Alle Piagge (Pisa)
Chiesa della Madonna dell’Acqua (Pisa)
Il Calzolaio
In cucina
Ritorno (Ponte delle Mammozze)
A bocca d’Arno
Via delle Tiratoie
In montagna
Alle fonti del Clitunno
Mareggiata
Ricordi e rimpianti
Il cinquale (Marina di Massa)
Marina di Pisa (Fortino)
Chiesetta di S. Zeno (Pisa)
Tramonto – Nell’Umbria
Una via solitaria (Pisa)
Vecchia sacrestia “
Ore tranquille (bozzetto)
Il Cimitero dei soldati ignoti (Schio)
De Bacci Venuti Gualtiero
Frate Angelico
La morte della Madonna
Ritratto
Mattino invernale – Sui Lungarni
Savonarola
Galileo
Paggio falconiere
Gioli Luigi
Val di Cecina
Severini Federigo
La Pineta di Tombolo
Mio Padre
Sulla spiaggia (Marina di Pisa)
Boccadarno
Le Apuane da Torre del Lago
Il canale dei navicelli a Castagnolo
Marina da mezza spiaggia
Marina di Pisa - Al Lido
Marina di Pisa - Il Lido
Boscolungo – Fontana a Mastrocarlo
Il Calambrone
Camposanto urbano
Presso l’Abetone
SALA QUARTA
Artigianato
Topi Egidio e Figli – Lavorazione in Alabastro – Volterra.
Scuola Pisana della Vetrata – Pisa.
Terre Cotte Artistiche di Pisa – Via S. Zeno – Pisa.
Società Ceramica Artistica Pisana – Via S. Michele degli Scalzi – Pisa.
Gucci e Lupetti – Mobili Antichi – Via S. Maria 67 – Pisa.
Cristallerie G. Genovali e C. – Via Andrea Pisano, 19 – Pisa.
Mosti Umberto – Ferro Battuto - Via S. Martino 37 – Pisa.
Titta Lelio – Ferro Battuto – Via Manzoni, 12 – Pisa.
Mazzini Antonio – Lavorazione Alabastro – Via XX Settembre – Volterra.
Alunni della Scuola Industriale di Pisa.
SALA QUINTA
Morozzi Dante
- Disegni.
Paoli M.
- Disegni.
SALA SESTA
Bechini Alberto
- Xilografie.
Bozza Filiberto
- Natura morta
- Pineta
- Pineta
- Arnino
- Pagliai
Casieri Manlio
- Disegno a penna
- Paesaggi – (quadri a olio)
Marroni Enrico
- La via della felicità – Notturno
- La riviera e la notte
- Sinfonia d’oro – Tramonto
- Primo mattino
- Strada per Massaciuccoli
- L’argine verso Pontasserchio
- Tramonto sul lago di Massaciuccoli
- I gabbiani
- La pesca notturna dei polpi
- Strada di Riviera – Recco
- Tramonto a Montenero
- Stradone di San Giuliano
- A sera – Inverno Pisano
- Barche a riposo
- Piazzetta della Terme
- Canzone eterna (marcia)
- Chiesa (San Giuliano)
- Nido di pescatori (Camogli)
- Carrettieri del Serchio
Rossi Curzio
- Autoritratto
- Paesaggio
SCULTURE
Benassi Giorgio
- Ritratto del Padre (gesso)
- Venditrice
Bechini Alberto
- Busto del Duce
- Busto di S.E. Mascagni
- Medaglioni
- Pannello decorativo
Bicchi Silvio
- Cane
- Cavallo
Cini Sirio
- Madonna col bambino (gesso)
- Autoritratto
Griselli Italo
- Le Grazie
- Aquila
- Bagnanti
- Ritratto al Pittore Carena
Morozzi Dante
- 3 Ritratti del Cardinale Maffi (bronzo, gesso, legno)
- Ritratto del Prefetto (bronzo)
- Ritratto al Podestà di Cascina
- Atleta – Statua di 2 metri (gesso)
- Atleta – “ “ “
- Pietà – Gruppo – Metà del vero (in legno)
- Testa di ragazzo (in bronzo)
- Figuretta di atleta “
- Nudo di donna “
- Nudo di donna (terra cotta)
- Ritratto della Signora Morozzi (bronzo)
- David
Paoli M.
- Sonatore (scultura in gesso)
- Ballerini (scultura in gesso).
- Pastorello “
- Pastorello “
- Vendemmia “
- Disegni
Said Morsi Sadech
- Nudo di donna (gesso)
- Arabo in riposo
Trivella Silvio
- Mucca (gesso)
- S. Giuseppe (creta)